Propulsione Umana - Human Powered Vehicles Italia

Stati Generali della Bicicletta

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Conclusi gli stati generali della bicicletta eccomi qui a farne un "piccolo"  Risatona sunto.
Ottima l'ospitalità di Reggio Emilia, che ci ha messo a disposizione una bellissima struttura, il Centro Internazionale Loris Malaguzzi ad un Passo dal centro città, grazie ad un sottopassaggio ciclopedonale che dribla in un attimo viabilità motorizzata e ferroviaria.
I lavori sono cominciati in leggero ritardo, consentendo così ai tanti provenienti da lontano di raggiungere Reggio, anch'io tra questi, visto che son partito da Dueville appena dopo aver guidato il Piedibus ( cosa ne dite, vale la pena che ne parliamo di piedibus e bicibus ? ) e senza correre troppo sono arrivato un po' dopo le 10.
E' iniziato tutto in con una riunione plenaria, sempre più plenaria, che poi ha dato vita a ulteriori 5 sessioni tematiche parallele:

  • Gruppo normativa (modifiche al codice della strada e altre normative correlate)
  • Gruppo Organizzazione mobilità (con particolare attenzione alla moderazione del traffico, alla sicurezza e alla realizzazione delle Zone 30 e delle Zone a Traffico Residenziale Moderato secondo standard europei)
  • Gruppo Governance (politiche nazionali, investimenti, incentivi/disincentivi)
  • Gruppo Cultura ed Educazione (formazione, informazione, comunicazione ed educazione con l’ obiettivo di far crescere l’opinione pubblica sul tema)
  • Gruppo Reti ciclabili, nazionali e locali

    Io (noi Occhiolino) siamo così entrati a far parte della commissione Normativa, perché era quella dove più alto poteva essere il nostro contributo soprattutto alle norme riguardanti i veicoli  e, purtroppo ci siamo sentiti un po' soli...
    Il nostro intento deve essere si rivolto a "salvare i ciclisti" ma anche a dare la possibilità di praticare il ciclismo a tutti quelli che lo vogliono fare tranquillamente e nella legalità, ma ai quali il codice lo vieta. Per essere chiari la mamma che quando mette alla luce il secondo bambino è costretta a lasciare la bicicletta, al pari del nonno con due nipotini, a favore dell'auto; o di quella famiglia che vuol gustarsi la bici ma tandem + carrellino superano i 3 metri di lunghezza regolamentare, o anche di tutti i trike e handbike che frenano su di un solo asse, per non parlare poi di tutta una serie di veicoli nuovi con caratteristiche particolari ed arrivare ai taxi a pedali, persino osteggiati dai tassisti motorizzati... sarebbe da auspicare che le nuove licenze di cui si parla da tempo venissero riservate proprio ai bicitaxi!

    Alla fine abbiamo sgomitato perché venisse fatto almeno un accenno nei punti introduttivi a tutti i veicoli non "convenzionali" o quantomeno non fossero esclusi in maniera palese, infatti una bozza preliminare conteneva un punto che se posso capire nello spirito non posso assolutamente condividere nella sostanza, diceva:

    una semplificazione sostanziale [e fin qui ci siamo   ndr], oltre ad un adeguamento di linguaggio (è da considerare veicolo la bicicletta, non il velocipede).

    Vero è che il velocipede, inteso come biciclo dalla grande ruota anteriore, è un veicolo antidiluviano circolante più che altro in rievocazioni storiche ma, in Italia, dire che tutti i cicli che non sono bi-cicli non sono da considerare veicoli rischia di fare molti danni  (...quello non espressamente previsto è vietato...).  Il termine velocipede infatti è usato per definire la categoria di veicoli  che si muovono grazie ai pedali o alle manovelle a prescindere da forma e numero di ruote. Se proprio velocipede non è più un nome adeguato allora utilizziamo ciclo, che può essere bi-ciclo, tri-ciclo, quadri-ciclo, e magari penta-ciclo. Forse provenendo da ambito Federazione Italiana Amici Bicicletta la bozza voleva enfatizzare quel "bicicletta" ma senza aver riflettuto sulle potenziali controindicazioni.  Alla fine comunque il punto in questione lo potete leggere qui sotto Fico

    Occorre procedere ad una revisione organica del Codice e delle norme tecniche che vanno rivisti, snelliti, armonizzati e corretti per quanto concerne la mobilità ciclistica e pedonale. Nella revisione devono essere coinvolti direttamente i rappresentanti dell’utenza debole in quanto utenti della strada da privilegiare.

    Tutti erano interessati alla normativa sulla viabilità, cosa sacrosanta ma non esaustiva tanto che ad un certo punto si è rischiato di perdersi in eccessivi tecnicismi che hanno fatto friggere più di un neurone; tra l'altro solo l'apporto dell'unico avvocato presente, ragazzo romano di #Salvaiciclisti, ha risvegliato il gruppo (composto da circa 20 persone) ricordando di inserire la modifica alle norme che regolano l'infortunio in itinere, ovvero che venga riconosciuta l'assicurazione INAIL anche a chi decide di recarsi al lavoro in bicicletta a prescindere se vi sia o meno presenza di servizi pubblici che coprono la stessa tratta.
    Il documento definitivo del gruppo di lavoro Normativa lo potete trovare qui , ma vi invito anche a leggere il documento finale della due giorni il Libro Rosso della Ciclabilità e della Mobilità nuova.
    Insomma gli stati generali si sono conclusi e sono stati sicuramente produttivi, si respirava la voglia di fare, ma la mia impressione è stata anche quella di veder pochi utenti finali, si insomma pochi ciclisti, perché, se è vero che quasi tutti i partecipanti usano la bicicletta molti erano presenti in veste di "tecnico" urbanista, architetto, ingegnere, esperto, assessore, responsabile, e niente di male in tutto ciò se non fosse per l'aria "leggermente" celebrativa di quello che si è già fatto. Questo è stato osservato da più di un oratore, quelli che han fatto qualcosa c'erano tutti, mancavano invece quelli che ancora han molto da fare, e questa per loro è una grossa occasione mancata.
    Insomma mancavano gli assessori alla mobilità che all'interno del loro comune/regione non riescono a fare niente di buono pur anche avendone intenzione, magari trovandosi osteggiati da più parti e con la ormai cronica mancanza di fondi alla base ( che fossero presenti ma non avessero la forza di far sentire il loro grido di aiuto?).
    Solo la città di Napoli è stata presente con un approccio modesto, ma realmente desideroso di apprendere e contribuire, tanto che forse, se l'esperimento si ripeterà l'anno prossimo, molto probabilmente sarà a Napoli.
    Tutti hanno convenuto che la vera fonte di energia che ha smosso il resto è il movimento #Salvaiciclisti, partito sul web ma divenuto qualcosa di reale, segno che ormai i tempi erano (purtoppo) maturi e  che come diceva Rotafixa, più di un movimento orizzontale è un movimento "largo". Il sindaco Delrio ha anche messo a disposizione di #Salvaiciclisti la sala giunta del comune dove finiti gli "stati" ci siamo riuniti per capire il futuro del movimento. Si è discusso sul se e come trasformare questo movimento in qualcosa d'altro, tipo associazione o similari, ma l'orientamento è stato quello di lasciare #Salvaiciclisti tal quale, anche perché essendo un movimento "orizzontale" ...chi eravamo noi per decidere come modificarlo? Molto probabilmente se dev'essere, nascerà un altro soggetto ancora troppo vago, che si occuperà non solo di salvare i ciclisti, ma anche di mobilità nuova, sostenibile, io in definitiva aggiungerei Leggera, che nella mia testa è messa in atto con tutti quei veicoli che hanno la proprietà di essere più leggeri del carico che trasportano.  
    Concludiamo dicendo che Propulsione Umana c'era, sarebbe stato bello esserci di più, ma comunque almeno una recumbent faceva bella mostra nella rastrelliera giusto davanti all'ingresso ed anzi più di uno dei convenuti ha avuto la possibilità di provare l'emozione di un giretto "orizzontale".

    Giovanni Eupani
     

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